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La chiave del successo: i migliori capi sono visionari, non manager formati!

Foto: envato

Quando pensiamo a leader eccezionali, spesso immaginiamo individui sicuri di sé che hanno sognato un giorno di guidare team o addirittura aziende fin dalla giovane età. Ma Steve Jobs aveva un'opinione diversa: i migliori leader sono spesso quelli che non volevano affatto la leadership, almeno non a causa dello status in sé. Perché e come possiamo portare questa mentalità nei nostri team?

Steve Jobs era noto per pensare sempre fuori dagli schemi, non solo quando costruiva la tecnologia, ma anche quando sceglieva le persone che voleva avere nella sua squadra. In una delle sue interviste, ha spiegato che ad un certo punto Apple si è concentrata sull'assunzione di manager professionisti, poiché credevano che ciò avrebbe aiutato l'azienda a crescere. Il risultato? "La maggior parte di loro erano manager medi che non sapevano nient'altro."

Il punto di Jobs è chiaro: un leader non è qualcuno che sa semplicemente delegare compiti e leggere fogli di calcolo Excel. I migliori leader sono quelli che sono innanzitutto grandi collaboratori – persone estremamente competenti nel loro campo, che comprendono il lavoro dall'interno e che si sono guadagnate il rispetto del team attraverso la conoscenza, non la funzione.

Foto: envato

Perché i leader visionari riescono meglio?

Capiscono di lavorare a livello micro:

Coloro che prima erano associati hanno una profonda comprensione di ciò che effettivamente comporta il lavoro. Ciò significa che sono più empatici nei confronti dei loro team e più capaci di adattare i processi, poiché prima svolgevano questo lavoro da soli.

Non guidano a causa dell'ego:

I leader visionari spesso scelgono una posizione di leadership non per prestigio, ma perché sanno che nessun altro potrebbe fare meglio il lavoro. La loro motivazione è più focalizzata sul benessere del team e dell’azienda che sullo status personale.

Servono alla squadra:

Invece di vedere il ruolo di leadership come un’opportunità per comandare, lo vedono come un’opportunità per servire la squadra. Diventano il ponte tra visione ed esecuzione, tra i livelli più alti di gestione e coloro che effettivamente svolgono il lavoro.

Autorità senza coercizione:

Le persone li seguono perché li rispettano, non perché devono farlo. Ciò crea un ambiente di fiducia che è fondamentale per la creatività e l’innovazione, qualcosa che Jobs ha sempre cercato in Apple.

Foto: envato

Come metterlo in pratica?

Se sei un leader o stai costruendo una squadra, considera quanto segue:

  • Non scegliere i manager solo in base all'esperienza gestionale: Cerca invece persone appassionate, competenti e con un chiaro senso di responsabilità.
  • Incoraggiare un approccio di mentoring: I leader disposti a insegnare e guidare i propri team supereranno sempre quelli che si nascondono dietro un titolo.
  • Identificare le giuste motivazioni: Se qualcuno vuole guidare semplicemente perché è il "passo logico successivo", potrebbe essere il momento di riconsiderare la situazione. La leadership è una responsabilità, non un privilegio.

Siamo pronti per leader senza ego?

In un mondo in cui spesso prevalgono carisma, fiducia e auto-esaltazione, la visione di Jobs è un promemoria rinfrescante. I migliori leader non sono quelli che desiderano il potere, ma quelli che ne sono guidati voglia di contribuire. Un leader che capisce il suo popolo, che valorizza il loro lavoro e che sceglie la leadership come ultima risorsa, non perché deve, ma perché può.

Forse è il momento di farlo le aziende smettono di cercare “super manager” e iniziare a costruire team in cui i leader sono prima di tutto collaboratori. Come disse Jobs: "I migliori leader sono quelli che il team rispetta, non perché devono, ma perché lo vogliono".

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