Alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia di quest'anno è stato finalmente presentato in anteprima un film di cui si parlava da mesi: Smashing Machine, debutto alla regia di Benny Safdie, noto per i suoi crudi ritratti cinematografici che non impreziosiscono nulla, nemmeno le macchie di sudore.
Smashing Machine, una produzione del famoso studio A24 è entrato nell'ottagono (o almeno ci è andato molto vicino) questa volta, trattandosi di un dramma biografico che ha lasciato il pubblico di Venezia senza parole... fatta eccezione, ovviamente, per i 15 minuti di applausi entusiastici che hanno quasi superato la durata media di un combattimento in gabbia.
Quando la vita ti dà una gomitata in faccia (e tu dici: "Ancora, per favore!")
The Rock, che non è più The Rock
Il ruolo principale è svolto nientemeno che da Dwayne "The Rock" Johnson, ma attenzione: questo non è che Johnson dal franchise Veloce e furioso, che sposta elicotteri con una mano sola. Questa volta è irriconoscibile (letteralmente, grazie alle sue straordinarie protesi) mentre interpreta il leggendario lottatore UFC. Mark Kerr – un uomo che ha combattuto con campioni del mondo e allo stesso tempo con i suoi mostri interiori.
Johnson ha sempre la magia al suo fianco Emilia Blunt, che interpreta il suo partner Dawn Staples – e diciamocelo, sa interpretare Mary Poppins in modo convincente E un soldato in Il limite del domani, allora è credibile anche nel ruolo di una donna in piedi accanto a un uomo il cui lavoro prevede di ricevere regolarmente ginocchiate in faccia.
Nel film compaiono anche alcuni dei più grandi nomi del mondo delle arti marziali, tra cui: Ryan Bader, Bas Rutten, Oleksandr Usyk e – la sorpresa della serata – Satoshi Ishii, croato e giapponese nei panni di Enson Inoue, il leggendario avversario di Kerr al Grand Prix del 2000.
Più di una semplice lotta: quando i muscoli non aiutano contro la solitudine
Il film non solo mette in mostra le vittorie di Kerr in combattimento, ma approfondisce anche coraggiosamente quello che chiamiamo "il retroscena dello show". Dipendenza, pressioni, relazioni interpersonali e domande che non hanno risposte facili, sono il filo conduttore del film. Come dice il regista Benny Safdie, fu attratto dalle contraddizioni degli anni '90 nel mondo delle arti marziali: combattimenti brutali e allo stesso tempo un senso di fratellanza tra i combattenti.
E in effetti, in un momento in cui l'UFC non era ancora una società scintillante con milioni di follower, si trattava di una vera giungla di stili marziali, dove prima dovevi sconfiggere il tuo avversario e poi bere una birra con lui. O almeno un impacco di ghiaccio.
Applausi, lacrime e camicie strappate
Secondo la proiezione, Johnson, Blunt, Safdie e Mark Kerr in persona si è presentato al pubblico, che lo ha accolto con quella che a volte veniva chiamata "magia del cinema": la sala è scoppiata in un applauso, non per gli effetti speciali, ma perché della realtà, della vulnerabilità e della pura lotta umana, che il film mostra senza filtri.
Johnson dichiarò in seguito:
"Hollywood è tutta una questione di successi al botteghino. Anch'io ne ho fatti alcuni, alcuni grandiosi, altri semplicemente... meh. Ma ho sempre desiderato qualcosa di più. Questo film è stato il mio 'di più'."
Ha parlato di sfida artistica, su un ruolo che richiede più che sollevare pesi e sorridere – e a giudicare dalla risposta del pubblico, ci è riuscito.
Knockout per le emozioni
Macchina distruttrice è più di una biografia: è una vera lotta emotiva, dove i colpi si misurano non solo in newton, ma anche in sentimenti. Il film non intrattiene con i colpi, ma mostra cosa devi attraversare per restare in piedi, anche quando la vita ti butta giù.
Arriva nei cinema nazionali 3 ottobreE se cercate qualcosa che vi dia una scossa più di un espresso dopo una notte insonne, questa è una tappa obbligata. Preparate i fazzoletti. E magari un protettore per il cuore.