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“Task” è una nuova serie su HBO Max che guarderai con il fiato sospeso

Dramma poliziesco dell'anno

Foto: HBO Max

Quando Brad Ingelsby e Mark Ruffalo uniscono le forze, accade qualcosa che farebbe dire a Scorsese: "Oh, sì". Benvenuti a "The Task", l'ultimo prestigioso dramma della HBO che seziona brutalmente il cuore dell'America, con un coltello che taglia non solo la carne ma la verità.

Non è solo il tempo che piove a Philadelphia, è Compito Piovono pugni, spari e dilemmi morali. Brad Ingelsby, l'uomo che ci ha scioccato con Giumenta di Easttown, torna con una nuova storia ambientata nello stesso ambiente duro e operaio, dove le persone sono più abituate alle mani sporche che agli alti ideali. Solo che questa volta il ruolo principale non è interpretato da Kate Winslet con una sigaretta in bocca, ma Marco Ruffalo, che interpreta un agente dell'FBI stanco ma determinato, un uomo a cui apparentemente non mancano mai occhiaie, responsabilità e conflitti interiori.

Foto: HBO Max

Ruoli che bruciano (e anche un po' covano)

Ruffalo non è l'unica star di questa cruda opera di crimine ed esistenzialismo. Tom Pelphrey – quello sciocco insensibile di Ozark – qui brilla nei panni di un padre "normale" che guida una serie di rapine brutali. La sua interpretazione è un perfetto studio sulla decomposizione: fin dove può spingersi un uomo prima che la sua bussola morale lo tradisca – se mai ne ha avuta una?

Sono supportati da un cast d'eccezione: Emilia Jones (CODA) come una nuova arrivata che vuole credere nel sistema (ma oh, come non ci riuscirà), Marta Plimpton come un capo implacabile, e Raúl Castillo, che per la terza stagione consecutiva interpreta un uomo che chiaramente sa qualcosa che non dovrebbe sapere.

Foto: HBO Max

Non è solo un crimine, è un crimine americano.

Compito è molto più di una procedura. Non è NCIS, dove ogni caso viene risolto in 42 minuti e con un lieto fine. Ingelsby insiste sull'autenticità: Filadelfia non è solo uno sfondo, è un personaggio a sé stante, con le sue strade di cemento, i tavolini vuoti dei bar e le persone che credono ancora che domani potrebbe essere un giorno migliore. (Spoiler: non lo sarà.)

Nel corso di dieci episodi, la serie costruisce lentamente, quasi dolorosamente, una narrazione che intreccia drammi familiari, crimini e questioni di identità. Quando si diventa un mostro? E chi ha il diritto di dire che lo si è diventati?

Foto: HBO Max

Regia che respira con la sceneggiatura

Jeremiah Zagar e Salli Richardson-Whitfield non esagerano con la regia, il che in questo caso è un complimento. La telecamera si sofferma spesso sui personaggi per un secondo di troppo, giusto il tempo di farci percepire il peso di ogni decisione, di ogni frase pronunciata. Visivamente, la serie è cupa, ma mai deprimente. Come se Fincher volesse filmarla. Il filo, se gli chiedi di trattenersi.

Foto: HBO Max

Il peso della produzione che si avverte

La produzione è supportata da grandi nomi: da Ruffalo, che sa chiaramente come stare dietro la telecamera, ai produttori veterani WIIP e Public Record. Il risultato? Una serie che profuma di prestigio, ma non è snob. Come la giacca più costosa di un negozio dell'usato: sofisticata, ma collaudata.

Foto: HBO Max

Compito è più di una semplice serie. È uno specchio dell'America moderna: distrutta, sanguinosa e, peggio di tutto, reale.

Se sei Giumenta di Easttown ti renderà depresso, Compito fatto la stessa cosa... solo che questa volta ti divertirai ancora di più. Preparati per i lunedì su HBO Maxquando non guardi la serie, lo farai sentitoE quando sarà finita, vorrai ricominciare da capo. Non perché ci sia qualcosa di incomprensibile, ma perché vorrai credere che sarebbe potuta finire diversamente.

Ma come dice Philadelphia? "I sogni sono per chi se li può permettere".

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