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Poche settimane prima della sua morte, Stephen Hawking predisse come sarebbe finito il mondo

L'ultimo lavoro scientifico del defunto scienziato e professore Stephen Hawking dimostra come stabilire l'esistenza di universi paralleli e come alla fine siamo tutti condannati. Ha completato l'opera appena due settimane prima della sua morte, in cui spiega matematicamente come una sonda spaziale potrebbe, in teoria, determinare una volta per tutte se l'idea degli universi paralleli è corretta e che l'umanità abita solo uno dei tanti universi.

Hawking è sempre stato entusiasta dell'idea. La teoria fondamentalmente presuppone che lo sia Big Bang, che hanno creato il nostro universo, sono accompagnati da innumerevoli altri big bang che sono ha dato vita a molti universi paralleli. Con il coautore Prof Tommaso Hertog nell'ultimo lavoro di Hawking si concentrano sui paradossi creati da questa teoria e li tentano renderlo misurabile, oggettivo e dimostrabile. "Volevamo inserire l'idea degli universi paralleli in un quadro scientifico comprovato", ha affermato Hertog.

Tutto bene, ma una delle conseguenze di questo documento è che lo è Stephen Hawking predisse la fine del nostro universo. Se la teoria si dimostrasse corretta, ciò riguarderebbe il nostro universo a corto di energia e si trasformerà in nulla.

Hawking credeva che esistessero universi paralleli. Ora siamo più vicini a dimostrarlo.
Hawking credeva che esistessero universi paralleli. Ora siamo più vicini a dimostrarlo.

Professore Carlos Frenk dell'Università di Durham dice: “L'idea affascinante nel lavoro di Hawking è che questi universi hanno lasciato la loro impronta sulla radiazione di fondo che permea il nostro universo e può essere misurata da rilevatori su veicoli spaziali. Questa idea offre una meravigliosa possibilità di trovare prove dell'esistenza di universi paralleli. Ciò potrebbe cambiare profondamente la percezione del nostro posto nell’universo”.

Il lavoro di Hawking e Hertog è attualmente in fase di revisione da parte della rivista peer-reviewed a cui è stato sottoposto il lavoro e sarà eventualmente pubblicato.
Dato che a Hawking furono concessi due anni di vita quando lui gli venne diagnosticata la malattia nel 1963 (con la sclerosi laterale amiotrofica), è abbastanza incredibile che nel 2018 la ricerca sfuggirà alle sue mani.

Questo lo mette in prospettiva "alla fine l'universo intero morirà, morirà completamente, e ogni traccia di coloro che sono esistiti, delle loro storie, delle loro idee, di coloro che hanno amato, sarà cancellata per sempre, non solo assente, ci sarà un'assenza di assenza, niente, niente ovunque", non credi?

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